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Gli episodi e le serie di cui sono o sono stato autore

Di Klaus conosciamo solo il nome perché la legge tedesca vieta di divulgare il cognome di un condannato all’ergastolo. Chi ha lavorato con lui non ne sa molto di più: pare che non se ne conoscesse neppure la voce tanto era timido e riservato.

Operaio per 35 anni in un’azienda di componenti metallici tedesca, Klaus avvelena lentamente tutti i colleghi spargendo polvere di acetato di piombo (un tempo i Romani lo usavano come dolcificante) sul loro cibo. A decine si ammalano gravemente ai reni e alcuni si riducono come dei vegetali. Un giovane di 26 anni muore nel 2020 dopo quattro anni di inspiegabile coma neurovegetativo. Quando, finalmente, si arriva alla soluzione del caso, la polizia trova una spiegazione plausibile alle circa 21 morti avvenute nello stesso ufficio nei 20 anni precedenti…

Ed Gein è l’uomo che ha ispirato i personaggi di Buffalo Bill e Leatherface. Somiglia tanto anche a Norman Bates, ma pare che Robert Bloch abbia lavorato più che altro di immaginazione, col poco che sapeva sul caso. Viveva a cinquanta chilometri dal macellaio di Plainfield: forse c’era qualcosa nell’aria.

Quando Ed viene arrestato, nella sua casa in totale disordine e disfacimento, vengono ritrovati una colonna vertebrale adibita a lampada, una cintura ricavata da capezzoli umani, un cestino e un tamburo in pelle umana, alcuni teschi sulla testata del letto di Gein, nove maschere ricavate da pelle umana, un cranio di bambino trasformato in scodella per il brodo, una poltrona con braccia al posto dei braccioli, numerosi vasi contenenti nasi e vagine sotto spirito e, per concludere, numerosi abiti realizzati con pelle di donna. L’unica stanza che viene ritrovata in perfetto ordine e senza alcun reperto macabro è quella della madre Augusta, morta dodici anni prima.

San Severo, Puglia. Antonio Festa è un piccolo imprenditore agricolo i cui terreni corrono lungo la Statale 16, luogo di transito merci, prostituzione e malaffare. Ogni giorno si ritrova spettatore di scene che confliggono con i suoi principi. Per questo non riesce più a fare finta di nulla e per questo si ritrova a diventare amico del maresciallo dei carabinieri. Fa amicizia anche con Fatimah, arrivata in Italia con il sogno di un’esistenza migliore e costretta dal racket a fare la vita.
Un giorno, alla fine di febbraio del 2020, arriva il virus SARS-CoV-2 e Antonio non ha più stagionali per i lavori in campagna. La sua attività è a rischio.
Così, con il supporto dei figli e la complicità del maresciallo, prova a mettere in piedi un’operazione di legalità straordinaria. Coinvolgendo Fatimah, riesce a far lavorare le prostitute e i clandestini sfruttati come stagionali in campagna. Solo, però, Antonio fa troppo tardi i conti con la malavita…

Santiago del Chile. Alfonso Cubillos è un giovane studente liceale all’ultimo anno di scuola prima dell’università. Abita vicino a plaza Italia, luogo simbolo delle proteste degli studenti contro un sistema discriminante per classi sociali. Non vuole partecipare agli esami di ammissione all’università, che genera distinzioni per classi sociali. A casa si parla tanto dello zio, Enrique, desaparecido del tempo del generale Pinochet. Ma lui non lo ha mai conosciuto. Per questo, e per le sue convinzioni, decide di chiamarsi come lui, con il nome della mamma, che ne era la sorella. Cubillos appunto. A gennaio la protesta guidata da Alfonso insieme ad altri studenti ha successo. La prova di ammissione viene annullata. E un presidio permanente viene organizzato a Plaza Italia. Ma in aiuto del governo del presidente Pinera viene un alleato che mai avrebbero immaginato: un virus impone la quarantena a tutti gli abitanti di Santiago e soffoca tutte le proteste. Piazza Italia viene evacuata e Pinera si fa un selfie con la sua scorta, aizzando ancor di più la protesta. Alfonso è a casa bloccato da un provvedimento di coprifuoco, cosi caro a chi governa il Cile. Ma decide di protestare lo stesso, Si accorda con i compagni, genera proteste on line, apre una pagina instagram di protesta. Costringe persino il ministro dell’educazione alle dimissioni.

Mentre Folco si trova in Calabria per un convegno, viene coinvolto in una torbida vicenda venuta alla luce dopo la morte di una ragazza durante un’operazione per appendicite. Come nella tragedia di Edipo, capire chi è responsabile e perché non è affatto immediato. Tutto appare diverso da come dovrebbe essere. Folco sembra brancolare nel buio. Ma grazie all’aiuto di Caterina, una giovane avvocato dal temperamento deciso e moralmente retto, riesce piano piano a sbrogliare la matassa e mostrare come, dal punto di vista giuridico, si possono individuare delle responsabilità precise.

Antonietta Mariani lavora come infermiera a Genova. Un giorno, al pronto soccorso dell’ospedale, si presenta un uomo che conosce e che ha dei fortissimi dolori al retto e alla pancia. Non vuole, però, dire da cosa sono causati. L’infermiera, allora, decide di telefonare alla moglie dell’uomo per capire di cosa si tratti e riuscire a salvare la vita del paziente. La procedura va a buon fine ma la signora Mariani si ritrova denunciata per violazione della privacy. Per questo decide di rivolgersi a Folco Scuderi. Il risk manager viene coinvolto in un caso molto più ricco di risvolti psicologici e sociali di quanto si aspettasse.

Ad Alberto Gregori viene diagnosticato un tumore al timo: non ci sono possibilità di sopravvivenza. C’è però la possibilità di vivere meglio il poco tempo che rimane con un’operazione piuttosto delicata. Il paziente decide di sottoporvisi ma muore pochi giorni dopo senza che si capisca bene quale sia la causa diretta della morte: l’operazione o il tumore? Suo fratello vuole giustizia e vuole chiamare i medici a rispondere penalmente dell’accaduto.